Amo tantissimo sentire raccontare da mia mamma i suoi ricordi di gioventù e di quando, prima di sposarsi, viveva ancora a casa dei miei nonni.
E, mentre lei racconta, nella mia mente le sue parole si trasformano in un film in bianco e nero, con la pellicola leggermente rovinata.
E, mentre lei racconta, nella mia mente le sue parole si trasformano in un film in bianco e nero, con la pellicola leggermente rovinata.
Erano tempi duri, del dopoguerra, e i figli erano tanti. Grazie a Dio non è mai mancato loro il cibo ma, certo, non mangiavano carne molto spesso. Pesce poi!
Ma quando arrivava il Natale...
Racconta mia mamma che, ancora bambina, la vigilia andava con suo papà in centro a Milano ad acquistare "cose buone" per le feste.
Per mia mamma era una doppia gioia; poteva godersi per quel giorno il suo papà, da sola, senza doverlo dividere con tutti i fratellini e sorelline e, in più, camminando per le vie del centro poteva godere di quell'atmosfera di serenità tipica del periodo natalizio.
C'era poi tutto il resto dell'anno per pensare alle privazioni e alle difficoltà. Ma quei giorni no. Quei giorni erano di felicità.
Quella giornata, per lei, era il regalo di Natale più prezioso che potesse ricevere.
Racconta che, la cena della vigilia, era a base di pesce. Naturalmente cucinava sua mamma ma suo papà preparava, per tutti i figli, le cozze crude condite con sale e limone. A quei tempi era ancora possibile consumarle senza cottura.
A Natale invece c'era la carne. Si cominciava con degli antipasti poi, immancabili come da tradizione lombarda, c'erano i ravioli in brodo quindi si passava all'arrosto con la salsa verde (con il prezzemolo tritato con la mezzaluna da mia nonna), pollo arrosto per poi finire con panettone e spumante.
Nonostante il fatto che acquistare quei cibi per una famiglia così numerosa in quei tempi di ristrettezze significasse un'importante uscita di soldini, i miei nonni non facevano mai mancare un posto a tavola anche per eventuali ospiti.
Ora, torniamo a noi. Mi sono un po' lasciata prendere dalle nostalgie e vi ho raccontato tutto questo per dirvi che, in quei Natali in bianco e nero, tra gli antipasti serviti dalla mia nonnina i nervetti in insalata non mancavano mai.
Tutti i piatti che un tempo lontano cucinava mia nonna, sono stati tramandati a mia mamma e, questi, sono ora il ricordo della mia infanzia. Della mia vita.
Da che ero bambina ad oggi, non ricordo un Natale senza i nervetti in insalata.
Ovviamente e per fortuna, oggi, possiamo permetterci di preparare questo piatto in tutti i mesi e occasioni dell'anno, senza dover aspettare una specifica festività.
Allora, la procedura per la preparazione era molto lunga e la ricetta originale prevedeva che le cartilagini del ginocchio e dello stinco del vitello venissero lessate a lungo, tanto da staccarsi da sole. Fortunatamente, ormai da molti anni, vengono venduti già cotti e pressati.
Preparazione facilissima
Per 4/6 persone:
- 1 "mattonella" di nervetti da 500 gr circa (reperibile nelle salumerie e supermercati)
- 1 scatola di fagioli borlotti da 400 gr circa
- 1 cipolla
- prezzemolo
- aceto
- sale
- olio e.v.o.
Per 4/6 persone:
- 1 "mattonella" di nervetti da 500 gr circa (reperibile nelle salumerie e supermercati)
- 1 scatola di fagioli borlotti da 400 gr circa
- 1 cipolla
- prezzemolo
- aceto
- sale
- olio e.v.o.
Mettere una cipolla in acqua fredda per non meno di mezz'ora e, nel frattempo, tagliare la "mattonella" di nervetti (fredda di frigorifero) a fettine sottili e poi tagliare le fettine ancora a metà. Una volta tagliati tutti metterli in una insalatiera capiente.
Mettere i fagioli borlotti in un colapasta e risciacquarli bene, una volta scolati travasarli nell'insalatiera con i nervetti.
Tagliare molto sottilmente la cipolla e anche il prezzemolo, mettere nell'insalatiera quindi salare il tutto, condire con aceto e olio extra vergine di oliva.
Se consumati dopo alcune ore dalla preparazione, sono ancora più buoni.
ORIGINI DI QUESTO PIATTO
I nervetti sono un piatto tipico Lombardo, in special modo della città di Milano.
Le cartilagini del ginocchio e dello stinco del vitello vengono lessate a lungo, tanto da staccarsi da sole.
Messe poi in un contenitore con un peso sopra diventano, una volta fredde, una massa unica che si affetta sottilmente, si condisce con cipolline tagliate sottili, messe preventivamente per mezz'ora in acqua fredda per perdere l'afrore, succo di limone o aceto, poco olio e prezzemolo trito, con una puntina di aglio.
Il nome nervetto deriva dalla parola dialettale "gnervitt" che, in lombardo, significa nervi/tendini.
In passato i nervetti erano uno dei piatti serviti nelle osterie per accompagnare la mescita al vino bianco, quale antipasto tipico della tradizione popolare milanese.
Oggi i nervetti sono anche preparati industrialmente, già cotti e pressati, e distribuiti nelle salumerie, pronti per essere affettati.
Tagliare molto sottilmente la cipolla e anche il prezzemolo, mettere nell'insalatiera quindi salare il tutto, condire con aceto e olio extra vergine di oliva.
Se consumati dopo alcune ore dalla preparazione, sono ancora più buoni.
ORIGINI DI QUESTO PIATTO
I nervetti sono un piatto tipico Lombardo, in special modo della città di Milano.
Le cartilagini del ginocchio e dello stinco del vitello vengono lessate a lungo, tanto da staccarsi da sole.
Messe poi in un contenitore con un peso sopra diventano, una volta fredde, una massa unica che si affetta sottilmente, si condisce con cipolline tagliate sottili, messe preventivamente per mezz'ora in acqua fredda per perdere l'afrore, succo di limone o aceto, poco olio e prezzemolo trito, con una puntina di aglio.
Il nome nervetto deriva dalla parola dialettale "gnervitt" che, in lombardo, significa nervi/tendini.
In passato i nervetti erano uno dei piatti serviti nelle osterie per accompagnare la mescita al vino bianco, quale antipasto tipico della tradizione popolare milanese.
Oggi i nervetti sono anche preparati industrialmente, già cotti e pressati, e distribuiti nelle salumerie, pronti per essere affettati.
Ti ricordo sempre e ti voglio bene, nonna Lina.
Bellísimo e molto buonna la riceta:-)
RispondiEliminaGrazie, gentilissima Nines.
EliminaBellissimi i tuoi ricordi legati a questa ricetta! Grazie x questa condivisione :-D
RispondiEliminala zia Consu
Post e lacrime. Tra tutti i post, il più difficile e... bello.
EliminaGrazie Consu.
Io adoro i nervetti in insalata il massimo prtò queste mattonelle non le avevo mai trovate le cercherò. Grazie del bel rivivere il passato buona serata
RispondiEliminaLe ricette legate ai nostri ricordi familiari hanno un gusto particolare, che sanno di nostalgia. Anche mia madre li preparava spesso e mi piacciono proprio tanto. Complimenti per il post.
RispondiEliminati seguo su bloglovin
Mmmmmmmmm.. Ke deliziaaaa!!
RispondiEliminaComplimentiiii!!
Anke io ho un blog..
Vieni a trovarmi se ti va ;)
http://dolcezzeedelizie.blogspot.it/
Ciao Lorena, che bel racconto. E' emozionante. Si respira quell'aria, si percepiscono quei momenti e quegli stati d'animo.
RispondiEliminaSono molto felice che tu abbia portato questo bel racconto e questa ricetta sul mio blog, in occasione del contest Il Piatto della Tua Memoria. Si addice perfettamente! Conosco la ricetta. Mia mamma la preparava sempre e io non sono mai riuscita ad assaggiarla....E' una tradizione che conosco così come mi sembra di ritrovare molto della mia famiglia in ciò che hai raccontato tu.
Grazie ancora di aver partecipato e buona notte :)
Tiziana
Dimenticavo.... Anch'io detesto i like for like... ;)
Ciao Tiziana, mi fa molto piacere partecipare ad un contest con "non regole" e poi mi piace molto il tema.
EliminaUn abbraccio, Lorena