Ci beviamo un Chinotto?

Chi non conosce il "Chinotto"? Io bevo questa bibita, dal gusto amarognolo, da quando ero bambina e mi è sempre piaciuta moltissimo.
Devo però dire di non essermi mai chiesta come si facesse e con cosa, questa buonissima bibita.
Oggi, passeggiando all'interno di "Finalborgo" in Liguria, uno dei Borghi più belli d'Italia (se siete in zona vi consiglio una visitina), ho notato un negozietto che vendeva prodotti a base di Chinotto.
Incuriosita sono entrata e la gentile proprietaria mi ha spiegato cos'è e quali alimenti si possono produrre con questo agrume (eh sì, perché il Chinotto è proprio un agrume) ma non solo, mi ha anche portato all'interno di quello che era un bellissimo Convento e mi ha mostrato delle piante di Chinotto che vi crescono al suo interno.
Alcuni tra i vari impieghi di questo agrume: mostarda, miele, marmellata, canditi, sale aromatizzato, birra, liquore, ecc.

Qui di seguito qualche fotografia della pianta del Chinotto poi conosciamo insieme le origini.







ORIGINI E CARATTERISTICHE DEL CHINOTTO
"Il Chinotto di Savona è un frutto tipico ligure, è un piccolo agrume rotondo di colore verde brillante che, a piena maturazione, diviene di colore giallo-arancio ed è quasi completamente privo di semi.
Il nome volgare Chinotto deriva certamente da quello della sua patria d'origine, la Cina. In francese infatti è chiamato "piccolo cinese" e in spagnolo "arancio amaro di Cina".
Alcuni invece sostengono che il nome più esatto per questo frutto sia "arancio di Goa" (regione asiatica dove il chinotto cresce spontaneo) o "arancio delle Indie Orientali".
In India i frutti del chinotto o "suntara" sono considerati veri e propri amuleti e per questo vengono posti tra la biancheria dei malati o di chi sta per intraprendere un viaggio, si ritiene infatti che l'aroma del piccolo arancio amaro abbia il potere di uccidere i germi delle malattie e di preservare dai pericoli.
Fu importato da un navigatore Savonese nel 1500 da questi territori e trovò il suo habitat ideale in riviera nella zona tra Savona e Finale Ligure. Ed è proprio a Savona che alla fine del 1800 viene fondata la "Società dei produttori di chinotti" che sull'esempio delle Camere Agrumarie provvedeva sia alla coltivazione che alla vendita dei frutti.
Il periodo di maggior produttività dell'industria del chinotto nel savonese fu quello a cavallo tra i due secoli fino agli anni '20 quando politiche economiche sbagliate e l'insolito susseguirsi di gelate invernali segnarono l'inizio della crisi.
Tuttavia, recentemente, questa è diventata una coltivazione protetta e dal settembre 2004 il Chinotto di Savona è entrato a far parte dei Presidi Slow Food allo scopo di recuperare la coltivazione".

Un ringraziamento alla gentile Marta che mi ha accompagnato alla conoscenza di questo prodotto.





Ed ora, se vi fa piacere, qui di seguito vi mostro qualche particolare caratteristico di Finalborgo.














5 commenti

  1. Ciao Lorena!
    Berrei volentieri un chinotto con te!!! Grazie in ogni caso di tutte queste informazioni interessanti e belle foto!
    Alessia

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  2. Ciao Lorenza, che post interessante! Se hai tempo, che ne diresti di passare da me per partecipare al Link Party "Back to Autumn" su Fragola e Cannella?
    Ti aspetto
    Nina

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  3. Woww, quante belle (e buone) cose: hai creato un articolo molto interessante, con foto meravigliose davvero! Complimenti!

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  4. Che bello sii il chinotto, anche io ne ero affascinata e così un circa 3/4 anni fa l'ho comprato il chinotto da vaso, purtroppo è durato solo un paio di anni ma ho avuto la soddisfazione almeno di assagiarli, che agrume strano vero?

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  5. adoro il chinotto, è la mia bibita preferita, molto più della Coca!

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