Rotolini di zucchine grigliate con salmone e formaggio. Sushi o finger food?

Qualche settimana fa sono stata invitata ad un bellissimo evento organizzato da Sonia Peronaci al “Soniafactory” di Milano. L’invito era per le ore 11,30 di domenica. 
Abitando in campagna, al confine con l’Emilia Romagna, ho dovuto alzarmi presto per raggiungere in macchina la stazione ferroviaria. Una volta arrivata, leggendo sul tabellone su quale binario avrei dovuto prendere il mio treno, con sconforto ho letto che era stato cancellato. 
Io, piccola sprovveduta di paese, mi sono fatta prendere dal panico. Di prima mattina, in mezzo a sconosciuti e senza più il mio treno, mi sono sentita persa.
Passato quell'attimo di smarrimento, ho visto che mezz’ora dopo c’era un altro treno che faceva la stessa tratta quindi, seduta su una panca al freddo come la Piccola Fiammiferaia, ho atteso l’orario.
Erano anni che non andavo più a Milano da sola e, nonostante che è la mia città natale e ci ho abitato fino a qualche decennio fa, mi spaventava l’idea di recarmi nella grande e caotica metropoli ormai a me estranea. 
Una volta salita finalmente sul treno, mi sono trovata da sola in uno scompartimento con un signore dalla barba incolta e gli occhi allucinati che parlava da solo con voce roca farfugliando parole senza senso. Aveva con sé un trolley nero grandissimo e, giusto per auto rassicurarmi, ho immaginato che dentro nascondesse una persona tagliata a pezzi.
Inutile pensare di cambiare scompartimento perché dal vetro delle porte scorrevoli vedevo che erano vuoti quindi quest’uomo avrebbe potuto comunque inseguirmi.
Grazie al cielo, dopo aver fatto un viaggio tormentato da pensieri truci da film horror, sono arrivata alla stazione di destinazione.
Mi sono detta: “Ecco, finalmente ci sono!” E invece no... C’erano svariate uscite della stazione in base alle varie zone della città. Ovviamente, io non sapevo quale uscita prendere dato che su nessuna c’era l’indicazione della via nella quale io dovevo recarmi.
Allora, come avrebbe fatto un forestiero, ho acceso il mio navigatore e impostato la via e l’opzione del percorso a piedi. Finalmente una luce! Una freccina che mi indicava la strada che dovevo percorrere.
Peccato che se la freccina indicava che dovevo andare a destra e io andavo a destra, lei mi indicava che stavo dirigendomi dalla parte opposta. Aiutoooo! Mi stava venendo una crisi isterica mista di pianto. 
Dopo svariati tentativi finalmente io e la freccina viaggiavamo nella medesima direzione...
A passo spedito ho percorso la strada per arrivare a destinazione passando dalla famosa zona milanese chiamata “China Town” e, dato che il periodo coincideva con i preparativi per il loro capodanno cinese, la via era meravigliosamente addobbata con grandissime lanterne rosse appese e c’era tantissima gente.
Nonostante il contrattempo della cancellazione del mio treno, sono arrivata con un minuto di anticipo.
Una volta varcata la soglia del Soniafactory tutti i traumi della mattinata si sono dissolti e sono stata ricevuta dalla cordialissima Sonia Peronaci.
Un bellissimo ed interessante evento, in una location molto suggestiva, che mi ha dato modo di conoscere persone nuove e dove non si contavano i personaggi legati al mondo del food che tutti abbiamo avuto modo di vedere in televisione.
Le ore sono passate in un soffio, come sempre del resto quando si è in buona compagnia e ci si diverte, ma nel pomeriggio ad un certo orario avevo il treno del ritorno.
Nonostante avessi messo dei comodissimi e bassi stivaletti, i piedi cominciavano a farmi male. Purtroppo da qualche tempo soffro di terribili crampi ai piedi dovuti ai troppi anni di scarpe con tacchi vertiginosi e di troppi anni in cui ho ballato latinoamericano sempre portando scarpe con il tacco. Ora le sto pagando tutte e mi basta stare in piedi più del solito oppure camminare troppo o troppo velocemente per scatenare dolori lancinanti tanto da arrivare allo svenimento.
A quel punto sono stata presa dal panico pensando di dover rifare da sola il percorso a piedi per raggiungere la stazione ma, fortunatamente, al momento del saluto con Sonia anche un ragazzo - che non avevo avuto modo di conoscere durante la giornata - si stava preparando per andarsene allora gli ho chiesto se per caso anche lui si dirigeva verso la stazione e fortunatamente mi ha detto che volentieri saremmo potuti andare insieme.
A passo spedito, lui era molto alto quindi un suo passo normale per me erano due, ci siamo incamminati e parlando ho scoperto che lui non era legato al mondo del food ma era un cantante lirico. Si, ma non un cantante anonimo... Era niente di meno che il vincitore di X Factor.
Più aumentava il mio stupore e il mio interesse per il suo racconto dell’esperienza in tv, più sentivo dolore al piede e mi rendevo conto che ero vicina dall’avere uno dei miei crampi.
Tutto questo mentre stavamo imboccando l’affollatissima e festosa via di “China Town” e mi accorgevo che in molti guardavano il mio accompagnatore. Forse perché era veramente un bel ragazzo o forse perché l’avevano riconosciuto avendolo visto nel talent.
Io cercavo di darmi un tono e, sempre mantenendo un passo spedito, cercavo di partecipare con interesse al discorso ma dentro mi sentivo morire dal dolore, più si faceva forte il crampo più entravo nel panico pensando alla situazione terrificante in cui mi trovavo e a quello che avrebbe potuto accadere nel giro di poco. Sola e lontana da casa, in una via che sembrava di essere nella parte opposta del mondo, con a fianco il vincitore di X Factor e io che da un momento all’altro mi sarei dovuta buttare a terra e gridando dal dolore e rantolando gli avrei dovuto dire di togliermi lo stivale e con forza piegarmi le dita dei piedi verso l’interno perché, chi ha provato questi crampi, sa che si fa così per cercare di non far peggiorare i già insopportabili dolori e mi immaginavo la folla di cinesi spaventati attorno a noi che avrebbero pensato ad una pazza in preda ad una crisi di follia.
Ma vi potete immaginare in che stato di stress mi trovavo? 
Con tutta la forza che avevo in corpo e anche perché i dolori erano si molto forti ma non a tal punto da non  riuscire più a sorreggermi, ho tenuto duro e sono riuscita ad arrivare in stazione e a salutare in maniera decente il mio gentilissimo e ignaro accompagnatore. Sono riuscita a non far trapelare la tragedia interiore vissuta in quei dieci minuti di camminata che a me sono sembrati mille chilometri.
Ho dovuto aspettare il mio treno per circa 10 minuti e una volta seduta i crampi si sono fatti più forti e in quel momento, senza accorgermene, mi sono scese le lacrime. Mi sono sentita persa e questa volta sola per davvero.
Ho chiamato mio marito al telefono piangendo per il dolore e, come solo lui sa fare, è riuscito a calmarmi un po’. 
Fortunatamente il treno è arrivato e, anche questa volta, sono riuscita a stare in piedi. Sono salita, mi sono seduta e questa volta attorno a me c’erano persone del tutto normali.
Durante il viaggio ho cercato di tenere la mente occupata guardando le fotografie della bella giornata scattate poco prima in modo di allontanare il pensiero dal dolore.
Una volta arrivata in stazione, a fatica, sono scesa dal treno e mi sono avviata verso il parcheggio dove avevo lasciato in mattinata la mia macchina. Sono salita e mi sembrava già di sentirmi un po’ meglio e decisamente rassicurata.
Ho guidato, alternando momenti di dolore a momenti di tranquillità, guardando le verdi campagne che mi circondavano come se le vedessi per la prima volta, ho sentito la tensione allentarsi e mi sono sentita felice man mano che i chilometri che mi separavano dal mio paese diminuivano.
Una volta arrivata e aver parcheggiato ho atteso un attimo prima di scendere dalla macchina; ho guardato la mia casa - circondata dal verde - e mi è bastato per sentirmi al sicuro e protetta e mi sono resa conto di amare ciò che ho più di quanto immaginassi…

finger food

Ed ora, dopo avervi fatto perdere mezz'ora per leggere le mie memorie, vi racconto di questa facilissima ricetta.
A Natale mi è stato regalato un intero salmone affumicato e, parte di questo, l'ho congelato già affettato.
Avendo in frigorifero due zucchine avanzate da una precedente ricetta e una confezione di formaggio spalmabile, ho pensato di preparare questi carinissimi e gustosi rotolini. Buoni ma buoni!
Sono ideali in qualsiasi stagione o ricorrenza. Perfetti per un antipasto natalizio come per un buffet estivo.
Non sembra quasi un piatto di sushi?

ricette sushi

antipasti veloci

Preparazione facilissima
Per 8/10 rotolini:
- 2 zucchine medie
- 2 fette di salmone affumicato
- 80 gr di formaggio spalmabile (tipo Philadelphia)
- pepe

Lavare le zucchine e affettarle con una mandolina quindi grigliarle da entrambe le parti facendo attenzione a non farle seccare.

zucchine grigliate

Mettere in un mixer le fette di salmone e sminuzzarle ma senza esagerare quindi aggiungere il formaggio e il pepe. Dare ancora un paio di giri al mixer giusto per amalgamare.

salmone e formaggio

Su un piano disporre due fette di zucchina per la lunga facendole sovrapporre per metà nella parte centrale quindi mettere il composto di salmone e formaggio facendo attenzione a non farlo uscire nei lati e lasciando libera la parte finale della zucchina (come in fotografia).
Arrotolare senza premere troppo.
Servirli così oppure inserire nel centro dei rotolini un pezzetto di salmone.

zucchine ripiene

7 commenti

  1. Che racconto sofferto O_O ho patito con te fino alla fine! Meno male che sei riuscita a sopportare il dolore e arrivare sana e salva a casa! Spero che non ricorderai solo questo della splendida giornata che invece avevi trascorso nel mondo modaiolo del food ^_*
    Golosissimo il tuo sushi italiano :-P in estate lo faccio spesso anch'io proprio così ed è strepitoso e scenografico :-)

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    1. Ahah ahah racconto lungo ma dettagliato… Non potevo tralasciare nulla.
      No no, la giornata è stata bellissima e da rifare. La prossima volta porterò le ciabattine con il peluche ahaha aahh.
      Un abbraccio, Lorena

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    1. Grazie Gufetta, buoni che non ci si aspetta…
      Buona serata, Lorena

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  3. Carissima Lorena,
    Che storia che era e sì, gli estranei possono sembrare molto spaventoso a noi, a volte. Il tuo speciale compagno di ritmo veloce e alto è stato un duro atto da seguire in ogni modo. Così contento che sei riuscito e so di tali crampi, farli così facilmente nelle mie dita dei piedi, anche quando salire e scendere la mia bicicletta. A volte non è possibile allungare le dita dei piedi come sono all'interno delle scarpe/stivali e si è in viaggio!
    Hai ballate professionalmente? Il figlio della mia amica e Lady Chef italiano Maria è stato il campione europeo e molte volte campione italiano. Il suo nome forse lo sa, Nils Mederle e sua moglie Sabine Rossi.
    Per quanto per i tuei panini zucchine come il sushi, questo è brillante e ho già messolo sul mio Pinterest e senza dubbio li farà! Grazie mille.
    Abbracci,
    Mariette

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    1. Cara Mariette, soffriamo dello stesso male allora… A volte mi vengono anche in piena notte, è terribile essere svegliati così!
      Per quanto riguarda il ballo, facevo le esibizioni nei locali ma non ero professionista. Non era il mio lavoro. Ora purtroppo non mi è più possibile perché se dovessi fare una serata poi di notte morirei dai dolori.
      Però fa niente, mi sono divertita per tanti anni e adesso non mi manca poi tanto non poter ballare. Mi diverto con questo blog…
      No non li conosco i campioni Nils e Sabine ma sono andata su Google a vederli.
      Grazie anche che Pinterest, io purtroppo non ho molta familiarità con quel social…
      Ti abbraccio forte cara Mariette. Lorena

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