Natale 2020

Questa notte ho sognato che dall’Oriente era arrivata una malattia che aveva portato morte e disperazione in tutti i paesi della terra. Anche in quelli più remoti.
La gente veniva confinata nelle proprie case, costretta alla solitudine ed erano banditi abbracci, baci e qualsiasi contatto umano.
Le persone erano diventate diffidenti, erano spaventate, confuse e sempre più sole. Non avevano più sogni, progetti e non riuscivano più a vedere un futuro.
Il mondo sembrava aver perso tutti i suoi colori.
Ma qualcosa era cambiato a causa di questa terribile catastrofe; la gente di tutte le terre aveva ricominciato a pregare e le preghiere erano talmente accorate, disperate e struggenti che Dio capì che anche l’uomo era cambiato. Aveva capito l’importanza degli affetti, della bellezza della vita e del saper apprezzare le cose semplici che sembravano ormai perdute per sempre.
Dio decise allora di non lasciare inascoltato l’uomo e seppe cosa fare. 
Fece nevicare copiosamente per tre giorni e tre notti in ogni dove, persino dove mai nei secoli se ne era vista. Nevicò sul deserto del Kalahari e del Lut, nel Queensland e a Turpan.
La gente fu spaventata da questa catastrofe climatica senza precedenti e pensò che era arrivata la fine.
Trascorsi questi tre giorni terribili, dove nulla sembrava riuscire a scaldare corpo e anima, smise di nevicare e uscì un timido sole.
Passarono alcuni giorni, una voce che inizialmente sembrava flebile ma che correva da paese a paese, si fece sempre più sicura, forte e concitata fino ad essere udita con la potenza del tuono, più potente di tutti i tuoni, in tutte le lingue del mondo.
La malattia non c’era più. Non ne era rimasta traccia.
La gente corse in strada come impazzita; chi gridava di gioia, chi piangeva tenendosi il viso tra le mani, chi si inginocchiava stremato dall’emozione e tutti si abbracciavano e baciavano in una sorta di delirio collettivo.
I nemici, che erano stati nemici fino a quel momento, incrociandosi in strada allungavano a vicenda le braccia per abbracciarsi singhiozzando, sorridendosi con sincerità.
La gente era tornata a vivere, sperare, amare.
Dopo questo turbinio di forti emozioni, capirono che qualcosa di prodigioso era accaduto; quella nevicata che sembrava dover portare ulteriori sciagure era invece stata un regalo di Dio per far capire all’uomo che, nel suo momento più buio, aveva ritrovato la giusta via.
Ma era solo un sogno...

nevicata magica

Il mio augurio è che il Signore abbia pietà di noi e abbia voluto darci un segnale mandandoci la Stella di Natale che, come la nevicata del mio sogno, si porterà via questa terribile malattia.

Vi auguro un Natale semplice, grato per gli affetti che riuscirete ad avere accanto e vissuto per il suo vero significato.

Lorena

5 commenti

  1. Il tuo sogno porta con sé la speranza che inconsciamente tutti abbiamo, la speranza che un vaccino possa essere il rimedio a questa pandemia.
    Buon Natale, Lorena.

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    1. Speriamolo intensamente cara Verbena.
      Un abbraccio e buon Natale.
      Lorena

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  2. Carissima Lorena,
    Infatti, se le persone si rivolgerebbero ancora una volta a Dio, nella preghiera e nella fede... Saranno ascoltati! I sogni diventano realtà.
    Abbracci e sperando che il tuo Natale sia stato buono. Ne avevamo uno tranquillo, solo noi due, come al solito. Il nostro Internet è stato ripristinato questa mattina quando il tecnico è arrivato alle 8:00 ed è partito alle 9:30. Felice di avere di nuovo contatti con il mondo... soprattutto per essere un immigrato, lontano, quei cinque giorni sembravano un'amputazione.
    Mariette

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    1. Cara Mariette, non solo siamo sempre più lontani dalla fede ma il genere umano secondo me sta peggiorando e toccando il fondo sempre più...
      Io ho passato il Natale come se fosse un giorno normale ma con il cuore più triste per non poter vedere i miei cari.
      Sono contenta che tu sia riuscita a tornare "on line" in modo di poter almeno vedere il mondo da un computer.
      Oramai ci dobbiamo accontentare di questo fino a quando il tutto si risolverà.
      Ti abbraccio forte e speriamo in un anno, almeno, normale.
      Lorena

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